Scultura Orafa Piazza di Spagna

Nel momento in cui l’esuberanza del sentimento si dissolve nell’incanto dell’inestinguibile si comprende la verità dell’amore che nella riconciliazione con la diversità dell’altro trova il suo compimento. Non è un caso che Piazza di Spagna sia universalmente riconosciuta come uno dei luoghi più romantici al mondo.

Nata nel Settecento a seguito della pace ritrovata tra Francia e Spagna, la sua costruzione testimonia l’inequivocabile atto di riavvicinamento tra i due stati.

Con questa intenzione la scalinata rappresenta il simbolo del legame tra l’ambasciata spagnola dei Borbone ai piedi della piazza e la chiesa francese di Trinità dei Monti sulla sommità del colle.

A perseguire l’ideale romantico che ispira Piazza di Spagna nel secolo successivo si trovano scrittori come John Keats che sceglie di soggiornare al n°26 della piazza in quelli che sarebbero stati gli ultimi mesi della sua vita. Così come nel 1948 fece il pittore metafisico Giorgio De Chirico stabilendosi anch’egli in tarda età al n°31 di Piazza di Spagna.

Il fascino senza tempo esercitato da questo luogo su artisti e poeti di ogni epoca denota il suo speciale rilievo nell’immaginario collettivo. È una questione di affinità, come il sapore di un gelato.

Lo stesso che mangiava Audrey Hepburn nel ruolo della principessa Anna scendendo la scalinata di Trinità dei Monti in compagnia di Gregory Peck, giornalista in cerca di scoop, nel film del ‘53 Vacanze Romane.

Ritorna l’immagine degli innamorati a nutrire l’iconografia della storica piazza, il sogno di una favola d’amore da vivere in un giorno di sole nella magia della città Eterna. A coltivare la vocazione sentimentale della piazza è la tradizione dell’infiorata capitolina che dagli inizi degli anni Trenta finoggi ogni primavera continua a far sognare milioni di visitatori in tutto il mondo.

Una cascata di azalee si riversano sulla scalinata dipingendola di lilla, dando vita a una scenografia unica altamente suggestiva, la più iconica tra le infiorate italiane. Nel linguaggio dei fiori l’azalea è espressione d’amore, tenerezza e femminilità e ancora una volta il filo del destino si manifesta ad interpretare i desideri segreti dello spazio.

Piazza di Spagna è quel sogno d’amore ad occhi aperti senza tempo di cui non si sa di avere bisogno finché non la incontri.

Luogo che oggi rappresenta uno dei punti nevralgici della città, alla fine del XV secolo, quando iniziò l’edificazione della Chiesa della Santissima Trinità dei Monti, voluta dal re di Francia Carlo VIII, era considerata una zona periferica e ospitava alcuni terreni adibiti a vigne e rovine di epoca romana.

Data la vicinanza con la Porta del Popolo, ingresso nord principale di Roma, la zona fu a lungo punto di sosta per le carrozze con la presenza di alberghi e ristori destinati ad ospitare i numerosi pellegrini e visitatori che entravano in città.

Nota fino al ‘600 come Piazza della Trinità, nonché anche come Piazza di Francia per via delle proprietà francesi nell’area, la zona assunse il nome odierno a partire dal 1622 quando Filippo IV affittò palazzo Monaldeschi per farne la sede dell’ambasciata presso lo Stato Vaticano; il palazzo sarebbe stato poi definitivamente acquistato nel 1654.

La presenza di proprietà francesi e spagnole rese per lungo tempo la zona un simbolo della rivalità fra le due potenze accrescendone l’importanza e il fascino per artisti e visitatori dell’epoca.

Già impreziosita dalla costruzione della Barcaccia del Bernini tra il 1626 e il 1629, Piazza di Spagna venne poi completata nel XVIII secolo con la costruzione dell’elemento architettonico che più la caratterizza: la scalinata di Trinità dei Monti, realizzata dall’architetto Francesco de Sanctis ed inaugurata da papa Benedetto XIII nel 1725. Altri elementi sarebbero poi stati aggiunti nel corso del tempo, fra i quali spicca sicuramente la colonna dell’Immacolata Concezione che papa Pio IX inaugurò nel 1857 e situata di fronte all’ambasciata iberica.

LEONARDO OTTAVIANI – STORICO

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